Pubblicato da Oxford University un'altro studio - tutto italiano - sull'efficace supporto - a breve termine - ai fumatori per smettere di fumare.
Le sigarette elettroniche possono essere positivamente utilizzate nei trattamenti per smettere di fumare. Tuttavia, né l'Organizzazione Mondiale della Sanità, né l'American Food and Drug Administration (FDA) li hanno riconosciuti come aiuti alla cessazione efficace. I dati sull'efficacia e sulla sicurezza delle e-sigarette sono ancora limitati e controversi.
Questo nuovo studio ad opera tutta Italiana (vedi team sotto) ha come obiettivo principale quello di valutare l'efficacia dell'uso delle sigarette elettroniche in un programma di cessazione del tabagismo con un gruppo di fumatori cronici volontariamente coinvolti nello screening del cancro del polmone a lungo termine. I partecipanti sono stati randomizzati in tre bracci: e-cig (braccio 1), placebo (braccio 2) e controllo (braccio 3). Tutti i soggetti hanno anche ricevuto una consulenza a bassa intensità.
I risultati sono sconvolgenti: Circa il 25% dei partecipanti che seguivano un programma di cessazione basato sull'uso di e-sigarette (braccio 1 e braccio 2) erano astinenti dopo 3 mesi. Al contrario, solo il 10% circa dei fumatori nel braccio 3 si è fermato. I partecipanti al braccio 1 hanno anche riportato un più alto tasso di riduzione ( M = -11.6441, SD = 7.574) rispetto ai partecipanti nel braccio 2 ( M = -10.7636, SD = 8.156) e braccio 3 ( M = -9.1379, SD = 8.8127).
Si può concludere pertanto che i risultati siano positivi e supportano l'efficacia e la sicurezza delle e-cig in un breve periodo. L'uso delle sigarette elettroniche ha portato a un più alto tasso di cessazione. Inoltre, sebbene tutti i partecipanti abbiano riportato una significativa riduzione del consumo giornaliero di sigarette tradizionali rispetto alla linea di base, l'uso delle e-cig (comprese quelle senza nicotina) ha permesso ai fumatori di ottenere risultati migliori.
Tutto ciò sicuramente sarà uno strumento valido per i fumatori pronti a smettere, ma può anche essere vantaggioso per i fumatori meno motivati impegnati in contesti clinici.
Marianna Masiero (Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia, Università di Milano, Milano, Italia e Divisione di ricerca applicata per scienze cognitive e psicologiche, Istituto Europeo di Oncologia, Milano, Italia)
Ketti Mazzocco (Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia, Università di Milano, Milano, Italia e Divisione di ricerca applicata per scienze cognitive e psicologiche, Istituto Europeo di Oncologia, Milano, Italia)
Giulia Veronesi (Ospedale di ricerca Humanitas, Divisione di Chirurgia toracica e generale, Milano, Italia)
Patrick Maisonneuve (Istituto Europeo di Oncologia, Divisione di Epidemiologia e Biostatistica, Milano, Italia)
Costantino Jemos (Istituto Europeo di Oncologia, Divisione di Farmacia, Milano, Italia)
Emanuela Omodeo Salè (Istituto Europeo di Oncologia, Divisione di Farmacia, Milano, Italia)
Stefania Spina (Ospedale di ricerca Humanitas, Divisione di Chirurgia toracica e generale, Milano, Italia)
Raffaella Bertolotti (Divisione di Chirurgia Toracica, Istituto Europeo di Oncologia, Milano, Italia)
Gabriella Pravettoni (Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia, Università di Milano, Milano, Italia e Divisione di ricerca applicata per scienze cognitive e psicologiche, Istituto Europeo di Oncologia, Milano, Italia)