Chi smette di fumare aumenta di peso in maniera più repentina rispetto a chi usa le sigarette elettroniche. Il team del Prof. Polosa pubblica una nuova ricerca.
E' ad opera della squadra di ricerca dell'Università di Catania - formata da Massimo Caruso, Cristina Russo, Enrico Mondati, pasquale Caponetto, Fabio Cibella, Evelise Frazzetto e Grazia Caci, guidata dal prof. Riccardo Polosa - il nuovo studio che dimostra una riduzione dell'accumulo di peso nei pazienti che smettono di fumare usando la sigaretta elettronica.
Pubblicata sulla rivista scientifica International Journal of Environmental Research and Public Health la ricerca spiega come un ostacolo legato alla cessazione del fumo è quello dell'incremento repentino di peso - che non avviene come ci si aspetterebbe nel fumatore che smette grazie al fumo elettronico - e come è emerso che coloro che smettono di fumare definitivamente registravano un aumento di peso del 4,8% mentre coloro che iniziavano a svapare vedevano un incremento pari all'1,5%.
Nello specifico, chi ha smesso di fumare ha preso 2,3 kg a sei mesi e 3.4 kg a 12 mesi, mentre chi ha smesso svapando ha preso 1.6 kg a sei mesi e 1.1 kg a 12 mesi. A fine studio, chi svapa mette su solo 1/3 del peso di chi smette senza e-cig. (LIAF)
Peraltro, riducendo contemporaneamente l’aumento del peso e del consumo di tabacco, gli interventi basati sulla sigaretta elettronica possono promuovere un miglioramento generale della qualità di vita.
Constatazione molto importante in quanto spesso i fumatori sono affetti da patologie come quelle cardiovascolari, metaboliche - spesso - anche cancro in cui un minor aumento del peso è di grandissima rilevanza.
Il potenziale ruolo del vapagismo nel contrastare sia il tabagismo che il sempre più pressante problema del sovrappeso e dell’obesità è un’opportunità straordinaria per il miglioramento della salute pubblica in Italia e nel mondo ha commentato il Prof. Polosa
continua - Ovviamente, una più precisa quantificazione dell’impatto che queste nuove tecnologie possono avere sulla riduzione del danno da consumo di sigarette e/o da abuso alimentare richiederà conferme da studi prospettici più ampi.