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I Centri antifumo?
Una faccenda settentrionale.
Se non tutta, quasi.
Dati alla mano, infatti, appare schiacciante lo squilibrio Nord-Sud rispetto alla distribuzione sul territorio nazionale dei presìdi in questione che, come da loro "mission", furono pensati per aiutare il fumatore a dire addio alla dipendenza dal tabacco.
Ebbene, facendo fede alla fonte dell'Istituto Superiore di Sanità, che conteggia quelli del Servizio sanitario nazionale, della Lega italiana Lotta contro i Tumori e del privato sociale, in Italia insistono 242 Centri antifumo.
Come prima detto, con un dislivello notevole tra i due estremi d'Italia.

Nel Settentrione, infatti, ricadono ben 172 riferimenti, appena 65 da Roma in giù.
Cinque quelli sardi.

A guidare la classifica regionale è il Piemonte con ben trantasei strutture seguito dalla Lombardia con trentaquattro e dal Veneto con ventotto.
Andando oltre nella graduatoria si contano venticinque Centri antifumo in Emilia Romagna, diciannove in Lazio, diciotto in Toscana, quattordici in Sicilia, dodici in Campania, dieci in Trentino Alto Adige, nove in Puglia, sette in Umbria, Calabria e Friuli Venezia Giulia, tre nelle Marche ed in Liguria, due in Basilicata e Valle d'Aosta ed uno solo in Abruzzo e Molise.
Al di la della prospettiva geografica, tuttavia, vi è anche una disparità tra i numeri del tabagismo e la popolazione che effettivamente viene accolta nei presìdi in questione.

Se i fumatori italiani risultano essere in numero di 11-12 milioni, infatti, appena 13.000 persone annualmente si affacciano in queste strutture per avviarsi ad un percorso di smoking cessation.
Parliamo di una percentuale irrisoria (0,01%).
E, poi, vi è la fetta di fallimenti, corrispondente ad oltre la metà dell'utenza.
Ecco le ragioni per cui in Italia, esauritasi la propulsione della legge Sirchia (entrata in vigore nel Gennaio 2005), le statistiche del fumo ristagnano essendosi anzi avuto, nell'ultimo periodo, addirittura un incremento.
Tempo di valutare nuove strategie nelle sedi istituzionali?

C'è tanta sigaretta elettronica (come settore) nei controlli posti in essere dalla Guardia di Finanza.
Bilancio dell'ultimo anno e mezzo di lavoro per le Fiamme Gialle di Pistoia e, precisamente, di quello condotto nell'arco temporale comprensivo del 2022 e dei primi cinque mesi dell'attuale anno.
Ben 3700 gli interventi effettuati in via generale, con 115 dei quali afferenti il settore del Monopolio dello Stato.
Circa 3.500 grammi di sigarette classiche ad essere stati sottoposti a sequestro nel contesto di più operazioni che hanno consentito di intercettare lavorati esteri, in quanto tali privi del contrassegno dello Stato e, quindi, da ascrivere ai reati del contrabbando.

IN CRESCITA SEQUESTRI NEL SETTORE SVAPO

Ma avanzano anche le e-cig: ben 9.000 pezzi sono stati sequestrati, principalmente afferenti le cosiddette usa e getta.
Si tratta, come consueto avviene, di dispositivi che arrivano in Italia tramite i canali clandestini del web, tutti con dosaggi di nicotina che eccedono il limite massimo fissato dalla normativa nazionale.
Prodotti che sono, per di più, particolarmente appetiti dai più giovani - anche alla luce della facile e veloce fruibilità.
In più, a completare la rosa del materiale del vaping sequestrato, circa 34 litri di liquidi da inalazione.
Un dato, quello pistoiese, che riflette l'andamento delle attività dei vari distaccamenti nazionali.
Fortissima, in particolare, è stata l'attenzione posta in ambito nazionale, con riferimento all'ultimo anno/anno e mezzo, sulle cosiddette monouso, in molti casi scovate presso attività commerciali che sono risultate essere prive di autorizzazione alla vendita.
Come prima accennato, trattasi del frutto proibito di ragazzini spesso poco più che bambini che hanno elevato tali aggeggi ad una sorta di status symbol.
Segnalazioni, non a caso, sono giunte anche da Dirigenti scolastici delle scuole Secondarie di primo grado - si parla di una fascia anagrafica compresa tra 11 e 13 anni - che in più di un caso si sono ritrovati ad allertare con circolari d'Istituto le famiglie per metterle in guardia sui consumi impropri dei loro figlioli.

"A noi della UIT ciò non desta stupore.
Infatti all’indomani dell’emanazione del non obbligo avevamo ribadito le nostre perplessità anticipando che la possibilità di scelta fornita poteva innescare concorrenza sleale nella categoria.
Di ciò ne avevamo già parlato con il Sottosegretario del Mef, Onorevole Freni, manifestando la necessità di un autorevole intervento ministeriale per arginare i costi delle commissioni a totale carico dell’esercente".

Così una nota della Unione Tabaccai Uniti nel commentare il Direttoriale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ha eliminato l'esenzione che era stata prevista a pro della categoria rispetto agli obblighi legati ai pagamenti elettronici.
In pratica, in forza del provvedimento datato 26 Giugno, i tabaccai e quanti altri fanno vendita di prodotti del Monopolio - negozi di sigarette elettroniche inclusi, quindi - dovranno necessariamente essere dotati di pos, in primo luogo, ed assecondare eventuali richieste di pagamento con moneta elettronica.
Esattamente come tutti gli altri commercianti.

"Questa nuova determinazione del Direttore Alesse ci induce a continuare nel nostro intento - proseguono dalla Sigla - con una prima immediata richiesta di istituzione di un tavolo tecnico sul quale proporre la nostra opinione che andrà a ribadire quanto già precedentemente richiesto: eliminazione dei canoni e delle percentuali di transazioni sino alla cifra del costo medio di una stecca di tabacco lavorato.
O, in subordine, concedere il 100% del credito d’imposta degli importi anticipati dal tabaccaio per la tenuta del pos indipendentemente dal canale di transazione utilizzato.
Qualcuno parlò di conquista sindacale…
Noi sollevammo il dubbio di una forzatura quale preludio di una possibile convenzione con qualche Istituto di pagamento di nuovo ingresso nelle tabaccherie?

Ovviamente non gratis!
Noi della Unione Tabaccai Uniti - la conclusione - riteniamo di continuare sulla nostra richiesta, ricordiamo tracciata in tempi non sospetti al Mef, e chiediamo sin da subito al Governo di fare proprio quanto richiesto per una vera democrazia nel mondo dei Tabacchi".

L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli continua a lavorare nel rafforzamento dei rapporti istituzionali.
Sia in ambito interno - si veda il patto di ferro in essere con la Guardia di Finanza, con declinazione di protocolli che, dalla sede centrale, si stanno espandendo anche su scala locale - sia guardando al versante estero.
Il Direttore di Adm, Consigliere Roberto Alesse, ha incontrato questa mattina, presso la sede di piazza Mastai di Roma, la delegazione dell’Amministrazione generale delle Dogane della Repubblica Popolare di Cina, guidata dal Ministro Yu Jianhua, alla sua prima uscita internazionale dopo la crisi pandemica.
E l'Italia è stato il primo interlocutore prescelto dai cinesi per avviare l'iter di tali incontri.
Lo rende noto un comunicato della stessa Agenzia.
Nell’occasione le parti, fanno presente dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, "hanno valutato positivamente la possibilità di riprendere e rilanciare i
programmi di collaborazione reciproca in campo doganale, con specifico riferimento ai principali porti di arrivo e partenza merci tra Cina ed Italia".
Un patto che si rinsalda, quindi, sul versante italo-cinese alla luce dei sempre più intensi rapporti commerciali che si stanno andando a porre lungo tale asse.
La cooperazione tra le Autorità doganali italiane e cinesi - sottolineano ancora da piazza Mastai - "consentirà di potenziare il contrasto agli illeciti doganali, fra i quali, in particolare, la sotto-fatturazione all’importazione, e di stabilire, più in generale, proficue strategie operative coerenti con le sfide poste dalla globalizzazione e dal commercio elettronico".

INTERCETTATA DROGA AL CONFINE SVIZZERO

Sempre oggi, con riguardo ai controlli doganali, si apprende della operazione dei funzionari Adm i quali, presso il valico di Villa di Chiavenna, coadiuvati dai militari appartenenti alla Tenenza della Guardia di Finanza di Chiavenna, hanno sequestrato 100 grammi di hashish e marijuana a seguito di ispezione di un’autovettura proveniente dal territorio elvetico sulla quale viaggiava, diretto in Italia, un cittadino francese, poi deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sondrio per detenzione di sostanza stupefacente, contenuta nel vano porta-oggetti dell’autovettura oltre i limiti contemplati per l’uso personale.

I tabaccai e tutti coloro i quali fanno vendita di prodotti del Monopolio, negozi di sigarette elettroniche compresi, sono obbligati ad accettare i pagamenti elettronici con pos.
Lo ha stabilito l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con Direttoriale sottoscritto dal Direttore, consigliere Roberto Alesse, e recante la data del 26 Giugno 2023.
In buona sostanza con il nuovo atto - che ha effetto immediato - si va a revocare la precedente Determinazione direttoriale 487172/RU del 25 Ottobre 2022.
Come si ricorda, facendo un passetto indietro, l’articolo 18 del Decreto legge 30 Aprile 2022, numero 36, convertito nella legge 29 Giugno 2022, numero 79, intitolata “Disposizioni riguardanti le sanzioni per mancata accettazione dei pagamenti elettronici, la fatturazione elettronica e i pagamenti elettronici”, aveva stabilito che a decorrere dal 30 Giugno 2022 i commercianti che non fossero muniti di pos o che non consentissero ai clienti i pagamenti mediante carte di credito o di debito sarebbero stati soggetti a sanzioni.

Da questa norma, tuttavia, erano stati esentati - in forza del menzionato Direttoriale del 25 Ottobre 2022 - "i rivenditori di generi di monopolio nonché i titolari di patentino relativamente alle attività connesse alla vendita dei generi di monopolio, valori postali e valori bollati".

Ora, però, passo indietro.
Ed obbligo che scatta per tutti.

"Occorre rivalutare la questione in relazione alle condizioni ad oggi offerte dagli intermediari bancari e finanziari per l’erogazione del servizio - spiega Alesse - considerato che risultano sul mercato variegate offerte del servizio Pos, tra le quali tariffe flat, indipendenti dal numero di transazioni effettuate, e tariffe che prevedono il rimborso delle commissioni per i micro-pagamenti inferiori a 10 euro.
Tali soluzioni contrattuali - è rappresentato ancora - permettono di superare la criticità a suo tempo rappresentata dagli operatori e, in effetti, facciano anche venir meno la specificità – rispetto ad altri operatori e/o rispetto ad altri prodotti – posta alla base per l’adozione del citato provvedimento direttoriale"

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È stato inaugurato A Better Tomorrow Innovation Hub, il nuovo centro globale di produzione e innovazione di BAT Italia dedicato alle nuove categorie di prodotti a potenziale rischio ridotto, realizzato presso il sito di FREEste a Bagnoli della Rosandra, nei pressi di Trieste.
Alla cerimonia di apertura, ideata, pianificata e realizzata in modo da minimizzare l’impatto negativo sull’ambiente e da lasciare un’eredità positiva alla comunità, hanno partecipato Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Sandra Savino, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze (con un messaggio), Sandy Klun, Sindaco di San Dorligo della Valle, Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, Zeno D’Agostino, Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Paolo Privileggio, Amministratore Delegato Interporto di Trieste, Antonio Cantiani, Direttore dell'Ufficio delle Dogane di Trieste e Federica Seganti, Presidente e Amministratore Delegato di Friulia.

Ad accoglierli i vertici dell’azienda Fabio de Petris, Amministratore Delegato di BAT Italia, Alessandro Bertolini, Vicepresidente di BAT Italia, Andrea Di Paolo, Vicepresidente di BAT Trieste, Luigi Giucca, Group Head of Supply Network Operations di BAT e Francesca Saule, Digital Marketing Growth Hub Lead.

Il progetto industriale, del valore di 500 milioni di euro in cinque anni, conferma il forte impegno dell'azienda a sostegno del sistema Paese, con future ricadute occupazionali positive, stimate in 2.700 posti di lavoro fra diretti e indiretti. A oggi sono state assunte quasi 100 persone, su un totale previsto di 600: con un incremento previsto di circa 100 nuovi dipendenti all'anno per i prossimi cinque anni.

TRE LINEE PRODUTTIVE DEDICATE A "VELO", LA NICOTINA ORALE

I reparti produttivi potranno ospitare complessivamente fino a 12 linee produttive: a oggi tre linee produttive sono dedicate al Modern Oral Velo e una alla Nicotine Replacement Therapy.

L'Innovation hub è dedicato alle nuove categorie di prodotti a potenziale rischio ridotto: oggi, Velo della categoria "Modern Oral" è il primo prodotto realizzato nel nuovo hub di Trieste e il primo "made in Italy".
BAT è quindi la prima azienda del settore a distribuire in Italia l'intera gamma di queste nuove categorie, che comprende anche le sigarette elettroniche Vuse e i prodotti a tabacco scaldato come glo.
Insieme a Vuse e glo, Velo si inserisce nella strategia di BAT per realizzare A Better Tomorrow™, ovvero costruire un futuro migliore riducendo l’impatto delle proprie attività sulla salute dei consumatori, proteggendo l’ambiente e coltivando una stretta collaborazione con le comunità in cui opera.
Nel polo triestino saranno sviluppati anche prodotti per la terapia sostitutiva della nicotina.

 Il nuovo complesso industriale ospita anche la digital boutique di BAT, l’acceleratore della trasformazione digitale dell’azienda: un laboratorio di innovazione, il primo in Europa di BAT, in linea con le altre strutture all’avanguardia realizzate per supportare le attività digitali del Gruppo e mettere a disposizione di tutte le sedi BAT nel mondo progetti pilota innovativi in tre aree: ESG, dedicata al miglioramento delle performance in ambito sostenibilità; Marketing, per lo sviluppo di soluzioni al servizio della relazione con i consumatori, e Future of Work, area focalizzata sulla ricerca di modalità di lavoro più agili e smart per i dipendenti.
Due sono le anime della boutique: il Growth Hub for Americas & Europe, un centro di eccellenza dedicato alla trasformazione digitale delle attività dell’azienda, e l’Innovation Lab, focalizzato su progetti dedicati all’open innovation attraverso collaborazioni e partnership esterne.

Il completamento del ‘A Better Tomorrow™ Innovation Hub’ segna una tappa fondamentale nella strategia globale di BAT per l’innovazione e la sostenibilità.
Il nuovo polo produttivo è infatti dedicato ai prodotti a potenziale rischio ridotto, che fanno di BAT la prima azienda del settore a distribuire la gamma completa di queste nuove categorie in Italia.
La realizzazione del nostro nuovo centro globale di produzione e innovazione rappresenta, inoltre, un contributo concreto alla crescita occupazionale ed economica del Paese.
Basti pensare che al di là dei 2.700 nuovi posti di lavoro stimati e degli investimenti fino a 500 milioni di euro per il nuovo sito, alla cui costruzione hanno contribuito 88 aziende italiane con commesse per più di 35 milioni di euro, negli ultimi dieci anni BAT Italia ha investito oltre 300 milioni di euro per l’acquisto di tabacchi italiani di alta qualità, supportando circa 400 aziende della filiera agricola di BAT Italia, che conta oltre 6.000 addetti.
Abbiamo inoltre creato proprio in Italia un sistema di Open Innovation che ci consente di collaborare continuativamente con innovative start up italiane che utilizzano tecnologie avanzate per dare risposte concrete alle sfide che affrontiamo,
” ha dichiarato Fabio de Petris, Amministratore Delegato di BAT Italia.

 IL MINISTRO "POSITIVE RICADUTE SUL TERRITORIO"

L'inaugurazione di oggi ci riempie di orgoglio, perché rappresenta un traguardo importante per l’azienda, ma anche un’opportunità di crescita e sviluppo per il territorio e la comunità di Trieste.
L’Innovation Hub è stato realizzato in un anno e nove mesi dall’annuncio, partendo da un prato e da un progetto su carta, in tempi estremamente brevi.
Questo risultato è stato reso possibile dalla capacità di fare rete e sviluppare sinergie tra pubblico e privato: in primis con la Regione Friuli Venezia Giulia, la società di infrastrutture Interporto Trieste S.p.A. e l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale - Porti di Trieste e Monfalcone.
Il percorso che ci ha portato qui oggi è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione di molte aziende del territorio.
Un percorso che vogliamo implementare anche nel futuro per continuare a costruire un domani migliore per tutta la comunità
” ha commentato Andrea Di Paolo, Vicepresidente di BAT Trieste.

“Con l’inaugurazione del Trieste Innovation Hub, un grande progetto di Bat su innovazione e sviluppo sostenibile in prodotti di nuova generazione, si realizza un imponente investimento di 500 milioni in 5 anni con la creazione di 2.700 posti di lavoro di cui circa 600 diretti in una grande area strategica italiana che avrà positive ricadute su tutto il territorio.
L’Italia del fare e dell’innovazione torna ad essere al centro dell’interesse degli investimenti internazionali,” ha dichiarato
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy.

PRESENTE ANCHE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE FRIULI

 “L’inaugurazione dell’Innovation Hub di BAT rappresenta un’ulteriore opportunità di arricchimento per un territorio, quello regionale, già riconosciuto dalla Commissione Europea quale “forte innovatore” e che, in anni recenti, ha saputo distinguersi quale promotore di azioni - anche di respiro internazionale - mirate a rispondere alle principali sfide del futuro con un approccio pragmatico e lungimirante”, ha detto Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia.

 “Questa inaugurazione rappresenta il successo di un modello di organizzazione del nostro territorio che vede nel sistema portuale uno snodo fondamentale. In pochi anni un sito che stava per essere dismesso, è diventato parte di un disegno di sviluppo, grazie all'Interporto di Trieste e ai suoi soci.
Abbiamo investito molto anche per migliorare  l’accessibilità di quest'area, che a breve sarà pienamente integrata con la ferrovia, dopo la conclusione dei lavori di RFI alla stazione di Aquilinia.
Questo sito con il supporto della Regione FVG oggi è soprattutto il luogo simbolo delle possibilità che il nostro Paese può avere all'interno dell’evoluzione della logistica globale, dimostrando che anche in Italia, si possono dare risposte efficaci e affidabili a player importanti che desiderano investire.
Per questo ringrazio BAT, gruppo multinazionale che ha creduto nel nostro modello di sviluppo, tanto che ha portato in un anno e mezzo lo stabilimento all’effettiva operatività, creando nuove opportunità di lavoro.
Sono tempi di risposta e risultati di cui possiamo andare orgogliosi a vantaggio della comunità triestina e regionale”
  ha commentato Zeno D’Agostino, Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.

Senza soluzione di continuità.
Sfidando controlli, sfidando sanzioni e conseguenze di ordine legale.
Il contrabbando di sigarette continua a restare attività quanto mai viva.
Con la Guardia di Finanza in prima linea al fine di tutelare il mercato interno dall'intromissione di prodotti provenienti dall'Estero, in quanto tali rappresentanti un danno per l'Erario nazionale.

LA RICOSTRUZIONE

I fatti si sono verificati qualche giorno or sono quando le Fiamme Gialle in servizio presso l'aeroporto "Marco Polo" di Venezia hanno intercettato una donna bulgara proveniente da Varsavia.
A destare sospetti erano state le movenze della viaggiatrice, non sfuggite all'occhio clinico dei militari e dei doganieri.
La medesima, infatti, che viaggiava da sola, ha cercato di "mimetizzarsi" all'interno di un gruppo di turisti sperando, in tal modo, di sfuggire al filtro dei controlli - solitamente, infatti, le comitive non vengono scandagliate da più approfondite "indagini".
Intravisto il tentativo, quindi, la donna è stata fermata e attenzionata in modo più approfondito nel bagaglio in dotazione.
Alla fine, i sospetti si sono rivelati essere assolutamente fondati.

IL QUANTITATIVO RINVENUTO

All'interno di una delle valige, infatti, una volta aperta, era contenuto un quantitativo di 1.600 pacchetti di sigarette.
Un qualcosina equivalente a 32 chilogrammi, etto in più, etto in meno.
Ovviamente, si trattava di pacchetti privi del bollino caratterizzante il Monopolio dello Stato e, per questo, ascrivibili al reato del contrabbando.
Per la persona in questione una sanzione da record: come fa presente la Guardia di Finanza in sua nota stampa, infatti, la donna dovrà versare una ammenda pari a circa 160.000 euro comprensivi di dazi doganali e di parte sanzionatoria.
Non è ovviamente il primo sequestro di tal genere che viene posto in essere, in ambito dello scalo in questione, nel corso dell'anno: abbondante la casistica con prevalenza di situazioni che si registrano in viaggiatori in entrata proprio dall'Europa dell'Est.
Inquirenti al lavoro per comprendere quale fosse la destinazione delle "bionde".

Olbia anticipa il Ministro Schillaci.
Nella cittadina sarda, infatti, sarà vietato in alcuni luoghi fare uso di sigarette elettroniche.
Un po’ quella che è l'idea del numero uno del Dicastero della Salute.
Ma si diceva di Olbia.
Il sindaco Settimo Nizzi, dal 2016 al timone del Palazzo municipale, ha posto in essere una ordinanza con la quale, infatti, si stabilisce il divieto di fumare e svapare all'interno dei dehors delle attività di ristorazione.

IL TESTO DELL'ORDINANZA

"E’ fatto divieto di fumo, su tutto il territorio comunale, all’interno dei dehors di bar, ristoranti, hotel ed esercizi similari, compresi gli spazi esterni ai locali allestiti con sedie e tavolini, anche se sprovvisti di coperture temporanee o fisse".
Così specifica il testo del provvedimento aggiungendosi come il divieto "è esteso anche alle sigarette elettroniche" ed avvertendosi come "all’ingresso od in altra posizione ben visibile delle aree di cui in argomento dovranno essere posizionati gli avvisi di divieto di fumo mediante appositi cartelli, a cura dei responsabili delle stesse aree".
Questo il contenuto delle restrizioni.
Quanto alle motivazioni, presto detto.
L'ordinanza recita come il provvedimento si fondi sulla necessità di tutelare chi fumatore non è dalle esalazioni altrui, lo stesso principio che, come spiegò alla nostra testata l’ex Ministro della Salute Girolamo Sirchia, fu a fondamento della sua storica legge entrata in vigore il 10 Gennaio 2005.
Sanzioni? Da 25 euro a 500 euro, “come stabilito dall’articolo 7 bis del Decreto legislativo 18 agosto 2000, numero 267”.

LE PAROLE DEL SINDACO

"Gli spazi esterni di bar, ristoranti e hotel sono aree particolarmente rilevanti per la salute pubblica - è il commento a olbianotizie.it del Primo Cittadino - Qui le persone che non fumano, inclusi i bambini, sono costrette a respirare il fumo passivo, magari mentre stanno cenando.
Il provvedimento va a beneficio anche dei fumatori, che si sposteranno per fumare e non dovranno respirare anch'essi le sigarette degli altri”.
Come detto, il Comune isolano anticipa il Governo.
Nelle valutazioni di Schillaci, infatti, vi è anche il divieto di introdurre un divieto di utilizzo delle e-cig tanto nei luoghi a pubblico accesso al chiuso tanto in quelli “open air”.
Per il momento, però, la norma galleggia in una fase di riflessione.

L'ex Direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Marcello Minenna è stato arrestato.
Il medesimo, attuale assessore regionale della Calabria in seno alla Giunta presieduta da Roberto Occhiuto, è stato posto ai domiciliari come da provvedimento eseguito dalla Squadra Mobile di Forlì in esecuzione di indagine condotta a quattro mani da Procura distrettuale antimafia di Bologna e Procura forlivese.
L'indagine ha portato all'emissione di 34 provvedimenti cautelari - sia in carcere sia, appunto, ai domiciliari - e a 63 milioni di sequestri con il coinvolgimento di imprenditori, politici (nel registro delle persone raggiunte anche il parlamentare Gianluca Pini, restato in carica fino al 2018) e funzionari (tra questi anche uno prefettizio).
L'indagine ruota sostanzialmente attorno ad episodi di corruzione e sarebbe principiata da un sequestro di droga per poi emergere dalle intercettazioni telefoniche una situazione dal più ampio e diverso raggio.

COINVOLTO ANCHE EX PARLAMENTARE PINI

"E' stato così possibile disvelare due veri e propri sistemi di illecito arricchimento facenti rispettivamente capo agli universi economici riconducibili in particolare a un imprenditore forlivese e all'ex parlamentare uniti, oltre che da saldi e fiduciari rapporti privati, da vicendevoli interessi finanziari".
Così recita nota della Procura.
Che prosegue
"Per salvaguardare e ingrossare questi ultimi, i due hanno reciprocamente posto a disposizione l'uno dell'altro le proprie peculiari capacità di interferenza illecita nei contesti all'interno dei quali si muovevano".
La vicenda riguarderebbe situazioni di importazione, non ultimo di mascherine.
Come riferisce TgCom, in particolare, tra Pini e Minenna vi sarebbe stata una sorta di patto - un "pactum sceleris", per la precisione, come dice il Pm di Forlì - con l'ex Direttore Adm che avrebbe puntato a essere considerato una figura di riferimento da parte della Lega, partito di appartenenza del parlamentare, accettando - è la teoria accusatoria della Procura - "le promesse in cambio dell'asservimento della sua funzione pubblica".
Un piccolo grande terremoto, considerando il ruolo rivestito dai soggetti coinvolti.

Uno Shisha bar con condizioni igieniche ritenute essere precarie.
Shisha bar, quelli dove ci si può dedicare al "fumo" del narghilè servendosi di un dispositivo comune solitamente posizionato uno su ogni tavolino.
Intervento congiunto, si diceva, di Adm, Nas e Unità Sanitaria locale presso un'attività di Perugia.
I funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli del Capoluogo umbro,
insieme ai Carabinieri del reparto speciale Antisofistificazioni e al personale della Usl, hanno chiuso, appunto, un Shisha bar cittadino per varie violazioni alla normativa vigente.
L’operazione, partita dalle risultanze di un’approfondita analisi dei rischi, è scattata alle prime ore della sera, quando i funzionari Adm e i militari hanno fatto ingresso nel locale che formalmente faceva capo a un’associazione dilettantistica sportiva che ha quale rappresentante legale una donna di nazionalità maghrebina.
Nel corso dell’ispezione, come viene spiegato in una nota stampa diffusa dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è stato rinvenuto più di un chilo (1.110 grammi per la precisione) di melassa per narghilè custodito in due contenitori che non garantivano il rispetto delle misure igieniche.

RISCHIO DI PESANTE SANZIONE

Sempre sotto il profilo amministrativo la titolare, che gestiva la struttura con il compagno, è risultata inadempiente a varie osservanze di legge, come la licenza per la somministrazione in loco della melassa e quella per le bevande alcoliche.
I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità, quanto alle loro competenze, viste le condizioni sanitarie del locale, hanno quindi chiesto l’intervento dei tecnici della Usl cittadina, i quali, verificato lo stato dei luoghi, hanno emesso un provvedimento di chiusura temporanea dell’esercizio.
Capitolo sanzioni, quello più "spinoso".
L’associazione in questione, infatti, rischia ora una sanzione amministrativa da parte dell’Ufficio dei Monopoli per l’Umbria che va da un minimo di 5.000 ad un massimo di 10.000 euro.
Sanzione alla quale si aggiungeranno i provvedimenti che saranno presi dell’Ufficio delle Dogane di Perugia attivato per la messa in vendita di alcolici senza la necessaria autorizzazione.