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E’ probabilmente, con riferimento a tutti i settori merceologici, uno dei Franchising italiani con il miglior rapporto investimento/risultato.
E’ sicuramente, in termini di ritmo di nuove aperture, tra i più prolifici se non il più prolifico in ambito nazionale.
E’ Svapo Web, il brand fondato e guidato dall’imprenditore sannita Arcangelo Bove che, dal 2019 ad oggi, ha aperto oltre 260 Svapo Web Store e che ne ha ulteriori 26 (ventisei, si) in apertura nelle prossime settimane/mesi.
Un fenomeno del mercato italiano – messosi brillantemente in vetrina anche nelle ultime due edizioni del Salone del Franchising di Milano - con nuovi negozi che stanno fiorendo a ritmo vertiginoso in ogni angolo del Paese riproducendo, inoltre, un modello di distribuzione geografico che è praticamente omogeneo in tutto il territorio della Penisola.
Un Franchising che ha una carta di identità molto green: moltissimi sono i ventenni e i trentenni che, aperto un primo Svapo Web Store, ne hanno aperto nell’arco di pochi mesi un secondo, un terzo ed anche un quarto.
Ora, però, la domanda che sorge spontanea: aprire un negozio in Franchising con Svapo Web che costi presenta?
E' roba da ricchi? Si richiede un investimento imponente? Assolutamente no.
In primo luogo, prima di approdare ad una risposta, vi è da chiarire un duplice aspetto: a differenza di altri brand, Svapo Web non chiede fee di ingresso.
Non vi è, cioè, una “tassa di ingresso” da pagare all’atto della firma; Inoltre, sempre a differenza di altre case, non si pagano neppure canoni mensili, ovvero quelle che si chiamano royalty.

10K

Detto questo, si può abbozzare che per un locale fino a 30 metri quadrati i costi di avvio sono pari a circa 10k.
Diecimila euro comprensivi di tutte le varie voci (dalla prima fornitura alla mobilia ai vari altri adempimenti della fase di start) come investimento iniziale per aprire un negozio in franchising a marchio Svapo Web.  
Un impegno economico fattibilissimo già di per se ma che diviene ancora più “entusiasmante” in rapporto alla bontà dell’investimento stesso che mediamente restituisce soddisfazioni importanti già nel breve/medio termine.
Vuoi aprire un negozio in Franchising con Svapo Web?

In difesa del minor danno da fumo. In tutte le sue forme.
Michael Landl, numero uno della World Vapers’Alliance, “difende” la strategia dei sacchetti di nicotina – soluzione che, come noto, ha fatto e sta facendo la fortuna dei piani anti-tabacco svedesi - e contesta le “decisioni” dei legislatori francesi.
L’iniziativa del numero uno del sodalizio internazionale viene all’indomani dell’annuncio del Ministro della Sanità francese Geneviève Darrieussecq che aveva pubblicamente rappresentato l'intenzione di vietare le buste di nicotina, una scelta che la WVA aveva già francobollato “come controproducente per la salute pubblica”.

“Vietando le bustine di nicotina –
osserva Landl - il Ministro Darrieussecq chiude un percorso efficace e molto meno dannoso per milioni di persone che lottano per smettere di fumare.
In altri Paesi, le bustine si sono dimostrate efficaci nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare e sono molto più sicure.
Invece di offrire alternative, la Francia rischia di spingere le persone verso il tabacco o il mercato nero.
Le buste di nicotina sono uno strumento collaudato per ridurre il tasso di fumo.
Gli studi dimostrano che sono tra le alternative alla nicotina meno dannose, con profili di rischio simili alle gomme o ai cerotti alla nicotina.
Allo stesso tempo, funzionano come uno strumento per smettere di fumare.
Sostenendo anziché vietare questi prodotti, i Paesi possono accelerare il progresso verso società senza fumo, riducendo le malattie e i decessi legati al tabacco”.

La Francia come la Polonia, della quale pure avevamo recentemente parlato.
Anche i cugini transalpini si accingono quindi a mettere al bando le cosiddette nicotine pouches che, come prima anticipato, hanno rappresentato il cuore della lotta alla dipendenza dal fumo in Svezia, Stato che, primissimo su scala globale, ha appena colto il traguardo di Paese smoke free avendo visto scendere la percentuale dei fumatori, rispetto la popolazione generale, al di sotto della linea del 5 percentuale, parametro convenzionalmente guardato come cut off.
Gli esempi virtuosi, però, in ispecie in materia di contrasto al fumo, pare proprio che vengono puntualmente ignorati a favore di preconcetti ed infruttuose prese di posizione.

C’è un Franchising in Italia che sta letteralmente volando.
Si tratta di Svapo Web, principale brand in Italia nel settore della sigaretta elettronica.
Il gruppo, fondato e guidato dall’imprenditore sannita Arcangelo Bove, ha già sparsi sul territorio nazionale un qualcosa come oltre 260 Store aperti in franchising.
Ma non è tutto.
Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, infatti, apriranno ulteriore 26 Svapo Web Store in tutta Italia.
Ben 26 negozi, negozi veri - si badi - e non semplici corner o point.
Sono altrettanti, infatti, i contratti di adesione già sottoscritti e che si trasformeranno – chi prima, chi dopo – in altrettante inaugurazioni.

PRESENZA CAPILLARE IN TUTTA ITALIA 

Anche nelle prossime aperture si conferma il trend già consolidato relativo alla presenza omogenea su tutto il territorio nazionale: dodici negozi, venendo al dettaglio, taglieranno il nastro al Sud - per la precisione cinque in Sicilia (Messina, Mazara del Vallo, Belpasso, Misterbianco e Marsala), tre in Campania (Ischia, Vallata in provincia di Avellino e Ponticelli), due in Puglia (Melendugno ed Accadia, rispettivamente in provincia di Lecce e Foggia) ed uno a testa in Calabria, a Vibo Marina, ed in Basilicata a Lauria); Altri quattro, andando oltre, si apprestano ad aprire nell’Italia centrale (tre in Lazio - a Centocelle, Nettuno e a Primavalle di Roma - ed uno in Abruzzo a San Salvo).
Nel Nord Italia andranno allo “start” nove Svapo Web Store tra Lombardia (Cremona e Busto Arsizio), Piemonte (Vigone, Morozzo e Chivasso), Toscana (Livorno e Lucca) ed Emilia Romagna (Carpi).
Vi è spazio, in chiusura, anche per la Sardegna che assisterà all’apertura dello Svapo Web Store di San Gavino Monreale.

La domanda nasce ora spontanea: perché aprono così tanti Svapo Web Store?
Semplice: perchè aprire negozi in franchising con Svapo Web è un’operazione di grandissima convenienza.
Convenienza perché molto vantaggioso è il rapporto tra il basso investimento iniziale e la sicurezza dell’investimento, circostanza anche provata anche dal fatto che molti negozianti, dopo aver aperto un primo Svapo Web Store, ne arrivano ad aprire anche un secondo, un terzo ed un quarto.
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Il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Alesse, ha inaugurato a Torino, alla presenza della Autorità locali, la Direzione territoriale Piemonte e Valle D’Aosta.
Lo rende noto con un comunicato stampa diramata attraverso il sito web istituzionale l'Agenzia guidata da Roberto Alesse.
L’istituzione della nuova Direzione - viene altresì spiegato - segna un passo importante verso l’unificazione degli Uffici delle Dogane e dei Monopoli prevista dalla Riforma degli uffici territoriali voluta da Alesse che ha, inoltre, incontrato il personale dirigenziale della Direzione per un confronto sull’attività svolta e per condividerne gli obiettivi strategici.
La visita è proseguita con una visita al personale degli Uffici locali e al Laboratorio chimico di Torino, realtà d’eccellenza per le analisi effettuate nell’ambito del cosiddetto “Protocollo Kimberly” per la certificazione dei diamanti grezzi, finalizzato a garantire che il commercio delle pietre preziose non sovvenzioni gruppi sovversivi e guerre civili.

LE PAROLE DI ALESSE

“La separazione della Direzione territoriale Piemonte e Valle d’Aosta da quella della Liguria - ha dichiarato Alesse a margine degli incontri - è tesa a valorizzare, a supporto del nostro prodotto interno lordo, il ruolo del nostro Paese quale esportatore a livello globale e affida al Piemonte quello di rilevante distretto dell’innovazione.
La realizzazione di una nuova Direzione territoriale non è un semplice indicatore di successo, bensì la testimonianza di un territorio che ha sempre dimostrato il valore della sua produzione industriale.
La riorganizzazione da me avviata mira a consolidare un’Amministrazione più vicina ai bisogni e alle peculiarità dei territori che presidiamo.
Dobbiamo
difendere le eccellenze del Made in Italy - ha quindi concluso il numero uno dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - rispondere con maggiore agilità alle sfide locali, fornire supporto in modo sempre più veloce ed efficace a cittadini e imprese".

Nella giornata di Venerdì 22 Novembre il professore Riccardo Polosa presenterà il nuovo manuale di Medicina interna nell’ambito di un seminario organizzato presso la Torre Biologica dell’Università di Catania e dedicato proprio al tema.

Lo rende noto attraverso le sue pagine virtuali il sito web del Coehar.

La Medicina interna, viene spiegato, rappresenta un campo di indagine multidisciplinare che necessita di un continuo e costante aggiornamento.
È per questo che il team di autori italiani ha portato a compimento, in tempi brevissimi, la stesura di un nuovo e moderno manuale di Medicina interna.

Il testo verrà presentato, come anticipato, Venerdì 22 novembre nell’ambito del seminario ADE organizzato presso la Torre biologica dell’Università di Catania sulla fisiopatologia dell’apparato respiratorio.
A presentare il nuovo volume sarà proprio il professore Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, il Centro di ricerca dedicato alla riduzione del danno da fumo, e co-autore del testo.
In un intervento specifico, infatti, lo scienziato catanese racconterà la genesi del nuovo volume frutto di una collaborazione multidisciplinare con esperti di tutto il settore della Medicina interna. 

Questo manuale - fa presente il ricercatore siciliano - rappresenta un nuovo e importante punto di riferimento per i giovani studenti e professionisti del futuro, con indicazioni chiare e precise rivolte agli specialisti italiani ed è frutto di un’intesa e proficua collaborazione con alcuni dei più importanti esperti del nostro paese”.

Ad intervenire all’evento, è altresì dettagliato, saranno il dottore Sergio Rassu, già Direttore presso l'Azienda sanitaria locale di Sassari e coordinatore scientifico del manuale; il professore Giovanni Li Volti, direttore del Coehar, e i professori Davide Campagna, Massimo Caruso e Rosalia Emma, ricercatori dell’Università di Catania e del Centro di ricerca.

L’evento si svilupperà nella giornata indicata dalle ore 9 alle ore 13 ed è aperto agli studenti e al personale specializzato. 

Sono 47 i passeggeri transitati all’aeroporto internazionale d’Abruzzo che trasportavano un quantitativo di sigarette superiore al limite consentito dalla legge e che, dall’inizio dell’anno, hanno tentato invano di introdurre sul territorio nazionale Tabacchi lavorati esteri (T.L.E.).
In tal modo cercando di sfuggire ai controlli sistematici della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Pescara.

Lo fa presente in una nota stampa l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Il risultato - viene dettagliato - è stato il sequestro di 25 chili di “bionde” (1250 pacchetti di sigarette) occultate nei bagagli personali.
Nell’ambito delle attività istituzionali per la prevenzione e repressione dei reati tributari ed extratributari svolte quotidianamente presso l’aeroporto internazionale di Pescara, sulla base di specifiche attività di analisi di rischio e di monitoraggio dei flussi passeggeri, le Fiamme Gialle e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ancor più collaborativi dopo il protocollo d’intesa recentemente stipulato tra le due Istituzioni, hanno pianificato attività congiunte di controllo sui viaggiatori in arrivo con voli in transito o provenienti dall’Albania.
Non di rado i trasgressori provenienti da rotte balcaniche, al fine di eludere i controlli alla frontiera, cercano di diversificare l’utilizzo dei vari aeroporti utili per entrare in Europa, puntando a scali di Paesi ove ritengono che i controlli doganali siano meno incisivi ovvero ritenuti di minore importanza e, pertanto, meno stringenti. Trattandosi di introduzione non dichiarata nel territorio nazionale di Tabacchi lavorati esteri sprovvisti del sigillo dei monopoli di Stato, per una quantità sempre inferiore a 10 chilogrammi, Guardia di Finanza e ADM hanno proceduto a comminare sanzioni amministrative per un totale complessivo di 162.000 euro.

Durante i controlli ai passeggeri in transito presso l’aeroporto di Pescara, di particolare e fondamentale importanza è stato l’apporto fornito dalle unità cinofile della Guardia di Finanza, che, con il cane antitabacco “Maike”, ha permesso di migliorare e calibrare la qualità e la quantità dei controlli sui passeggeri in transito, nonché sui bagagli collocati in stiva per i quali, in alcune circostanze, non ne è stata reclamata la titolarità.

"Il risultato dell’operazione - viene esposto in conclusione nel comunicato in questione - evidenzia il costante impegno istituzionale, e la proficua collaborazione tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per il contrasto al fenomeno del contrabbando e a garanzia della riscossione dei tributi doganali".

Tutti i liquidi e gli aromi (a marchio e non).
Tutto l'hardware, tutti gli accessori e i ricambi. Da subito.
E' la sostanza dell'ulteriore salto di qualità di Svapo Web che, nella serata di ieri, Mercoledi 6 Novembre, ha sottoscritto una importante partnership con Glowell Spa.
Da oggi, quindi, collegandosi al sito svapoweb.it saranno reperibili tutti - ma proprio tutti - i prodotti dello svapo ai prezzi migliori del mercato.

"E' un ulteriore step nel percorso di crescita di Svapo Web - fa presente il Ceo Arcangelo Bove, papà della sigaretta elettronica italiana - Un progetto al quale stavamo lavorando con discrezione da mesi. Uniamo alla forza dei liquidi a marchio Svapo Web la consolidata penetrazione nel mondo hardware di Glowell Spa.
Il titolare dello Svapo Web Store, quindi, accedendo al sito svapoweb.it, potrà trovare tutta la gamma dei prodotti dello svapo con qualità e convenienza ancora superiori.
A ciò si abbini, poi, l'importante lavoro che è stato condotto nelle ultime settimane dal team programmazione sul sito svapoweb.it che è stato reso più veloce e decisamente più performante".

"Siamo lieti di annunciare la stipula di un accordo strategico con Svapo Web, azienda pioniera nel settore - così, invece, Giovannino Madarese, Ceo di Glowell. Che prosegue - Questa partnership promette una crescita significativa e il raggiungimento di risultati ambiziosi, consolidando la presenza sul mercato di entrambe le realtà."

"Ad oggi - riprende Bove - anche grazie al brillante lavoro del team Franchising, siamo arrivati ad avere 265 Svapo Web Store in tutto il territorio nazionale, in modo omogeneo da Nord a Sud.
Il nostro programma di crescita prevede una crescita esponenziale del Franchising Svapo Web con la nascita di ulteriori negozi a marchio.
Sempre più saremo il Franchising numero 1 in Italia.
Essere Svapo Web Store, quindi, sarà ancora più un investimento di successo non ultimo alla luce della nuova normativa che, dal 1 Gennaio 2025, vieterà la vendita on line di liquidi con nicotina"

C’è un Franchising in Italia che sta facendo numeri super.
E’ il Franchising Svapo Web che, ormai, ha abbondantemente scollinato quota 265 Store.
Un risultato cui si è approdati nello spazio di appena cinque anni: il progetto di dare vita ad una rete franchising, infatti, era stato lanciato dal fondatore e Ceo Arcangelo Bove appena a Giugno 2019 (biennio Covid compreso, il che è tutto dire…).
Nell’arco di appena un quinquennio, quindi, vi è stata una galoppata di aperture di negozi veri – non di semplici corner, sia chiaro.
E fa anche riflettere il fatto che la presenza del Franchising Svapo Web è assolutamente omogenea sul territorio nazionale: non v’è una zona di Italia più forte o più debole, la rete dei negozi è capillare da Nord a Sud, isole e Centro comprese.
Aprire un negozio in Franchising e farlo con Svapo Web, altresì, è una scelta prediletta anche da tanti giovani che, in diversi casi, sono arrivati ad inaugurare anche un secondo, un terzo ed un quarto negozio.

Giovani protagonisti, quindi, nel mondo del Franchising Svapo Web.
Come quelli che, negli ultimi giorni, hanno firmato il contratto di affiliazione ed apriranno nelle prossime settimane Svapo Web Store a Jesi, in provincia di Ancona, nella napoletana Ischia, a Surano in provincia di Lecce e a Lauria in provincia di Potenza;
Giovani come quelli che, ancora, nel mese di Ottobre, hanno inaugurato Svapo Web Store ad Oristano, presso il Centro commerciale “Porta Nuova” (il terzo personale di Nicholas Russo) e a Trieste in via Giulia (il secondo personale per Gianni Panebianco) – senza contare l’ulteriore negozio aperto all’interno del Centro commerciale GrandApulia di Foggia e che, pure inaugurato nel mese di Ottobre, è di diretta proprietà della casa madre.
Aprire un negozio in Franchising con il brand numero uno della sigaretta elettronica italiana, quindi, rappresenta una scommessa vincente: le ampie statistiche, ormai, dicono come, a fronte di un minimo investimento iniziale, le soddisfazioni, anche importanti, arrivino in quasi la totalità dei casi.  
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Analizzare e comprendere i meccanismi che incidono sull’efficacia dei trattamenti di cessazione, si traduce in un aumento delle possibilità di dire definitivamente addio al fumo.
Nonostante l’FDA abbia approvato i primi farmaci per la cessazione circa quarant’anni fa, il fumo rimane una delle principali cause di morte al mondo, nonostante sia assodato che entro 3 anni dalla decisione di smettere il rischio di morte diminuisce del 50%.
Eppure l’efficacia dei prodotti per smettere di fumare è a livelli minimi, con una media di 30 tentativi necessari per smettere per ogni percorso di cessazione con esito positivo.

Nel recente lavoro “Personalized and Adaptive Interventions for Smoking Cessation: Emerging Trends and Determinants of Efficacyun team internazionale di ricerca, guidato dal professore Gal Cohen, Head of Scientific Affairs at Rose Research Center, e condotto in collaborazione con i ricercatori italiani del CoEHAR, il centro di ricerca dell’Università di Catania fondato dal professore Riccardo Polosa, ha analizzato i limiti e le prospettive dei metodi più comunemente utilizzati per smettere di fumare, concludendo che gli approcci adattivi di cessazione possono rappresentare soluzioni migliori per tutti coloro che fanno fatica a smettere utilizzando i metodi tradizionali.

Lo studio, pubblicato su iScience, rappresenta un lavoro all’avanguardia, che evidenzia la complessità della gestione della dipendenza da sigaretta e l’innovazione nei prodotti per la cessazione. Concentrandosi su specifici aspetti determinanti, come le preferenze sensoriali e la tollerabilità alla nicotina, l’articolo offre nuovi spunti sui percorsi di cessazione e sostiene piani di trattamento personalizzati e adattivi. Evidenzia inoltre come gli approcci emergenti, che usano ad esempio la citisina e i prodotti privi combustione, forniscano nuove promettenti strade per ridurre la morbilità correlata al fumo.

Smettere di fumare è difficile; si cerca di trovare un equilibrio nella complessa interazione tra nicotina, esperienza sensoriale e rituale associati all’uso di sigarette:tutti elementi che fanno parte dell’esperienza delle persone che fumano - spiega il dottor Cohen -Tuttavia, la gamma emergente di terapie farmaceutiche per la cessazione e prodotti sostitutivi della nicotina offrono l’opportunità di personalizzare il percorso di cessazione dal fumo“.

Sebbene i farmaci ad oggi comunemente consigliati per smettere di fumare si mostrino promettenti negli studi clinici, i tassi di cessazione rimangono bassi, e nell’uso reale il dosaggio e l’adesione sono generalmente inadeguati. È possibile esplorare varie combinazioni di prodotti per creare protocolli adattivi che tengano conto anche delle popolazioni che hanno maggiori probabilità di rispondere positivamente.

I nuovi prodotti, che includono sia i prodotti farmaceutici per la disassuefazione come i vaporizzatori di nicotina, sia i prodotti sostitutivi della nicotina come sigarette elettroniche, prodotti a base di tabacco riscaldato e prodotti orali a base di nicotina, offrono soluzioni più personalizzate basate sulle preferenze individuali sensoriali e di assunzione della nicotina.

Un dato che trova conferma negli Stati Uniti, dove i prodotti più comunemente utilizzati per smettere di fumare sono i prodotti a rilascio di nicotina, che includono terapie medicinali sostitutive della nicotina e prodotti sostitutivi di consumo.
Questi comprendono cerotti medicinali alla nicotina, gomme da masticare, pastiglie, inalatori e spray nasali.

Tuttavia – spiega il professore Polosa – tali strumenti non forniscono gli stimoli sensoriali e i rituali comportamentali associati al fumo.
Al contrario, sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato rappresentano i prodotti sostitutivi della nicotina più diffusi e vengono utilizzati ogni giorno da 11-17 milioni di adulti statunitensi
”.

In un sondaggio condotto tra gli adulti che svapano negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada, il 73% ha riferito come motivazione principali di utilizzo il desiderio di smettere.
 “Un dato confermato anche dalla comunità scientifica – aggiunge lo scienziato catanese – dove le prove sull’efficacia di sigarette elettroniche e prodotti similari ha raggiunto un punto non più ignorabile”.

Da considerare inoltre che, come in ogni cambiamento significativo negli stili di vita, sia che riguardi il consumo di cibo, l’esercizio fisico o altre abitudini croniche, la terapia di supporto è una componente efficace e necessaria.
In conclusione, protocolli adattivi innovativi basati sull’evidenza possono aiutare a personalizzare le terapie per tutti quei fumatori che faticano a dire addio al fumo, aumentando così le chance di successo e impedendo alti tassi di ricaduta.

(da Coehar)

Aumento nel costo dei pacchetti di sigarette?
Una proposta che non poteva mancare di suscitare le più diverse reazioni.
Tra i “pro” di quanti sperano che con questa misura si possa creare un valido disincentivo al fumo, ai “contro” delle categorie.

“La richiesta di aumento del prezzo delle sigarette – fanno presente in una nota della Unione italiana Tabaccai - con l’applicazione di una tassa di scopo di 5 euro a pacchetto proposta dal presidente dell’Aiom – Associazione italiana di Oncologia medica, Francesco Perrone, e subito ripresa e fatta propria dalla vicepresidente del Senato, Maria Domenica Castellone, ha suscitato una immediata reazione.
Attraverso i nostri delegati territoriali sono pervenute alla UIT non poche domande su quanto potrebbe avvenire nell’ipotesi di un’approvazione dell’emendamento che intende proporre nella prossima legge di bilancio la Senatrice Castellone”.
Così dalla associazione nata nel 2017 e guidata dal Presidente Pasquale Genovese.
Ed è proprio il vertice Uit a proseguire
“Premesso che come cittadino sono favorevole ad un potenziamento economico del Servizio sanitario nazionale non posso, come rappresentante di Categoria e come Rivenditore di generi di Monopolio da generazioni, esimermi dall’esprimere perplessità e, soprattutto preoccupazioni.
L’ipotesi di un aumento così considerevole comporta alcune riflessioni sullo stato attuale delle Rivendite e sul futuro delle stesse.
Gli aumenti degli ultimi anni dei prodotti da fumo, derivati dai costanti aumenti delle accise, hanno portato ad una crescita delle entrate statali ma hanno anche determinato tra il 2015 ed il 2022, un decremento delle vendite del tabacco lavorato con la diminuzione dei fumatori da 11,5 milioni a 10,5 milioni.
Si stima che la tassa di scopo proposta può generare fino a 13,8 miliardi da destinare immediatamente al finanziamento del Servizio sanitario.
Dati questi che devono far riflettere sul rischio reale del futuro delle Rivendite che, già in questo momento, stanno passivamente assistendo alla chiusura considerevole per sfinimento economico dei titolari delle concessioni, specialmente in quelle zone dove il decremento residenziale è manifesto ed i costi digestione aumentano.

Ritengo che la proposta non possa trovare una facile applicazione per una serie di motivi – prosegue Genovese - Il primo è la considerazione dell’alternativa all’acquisto di sigarette che genererebbe un aumento smisurato del contrabbando, fenomeno questo apparentemente silente ma fortemente già presente non solo in Italia ma specialmente in tutti quei Paesi europei che hanno già applicato gli aumenti dei prezzi dei pacchetti di sigarette.
Un secondo motivo è l’imbarazzo politico in cui si troverebbe il Governo che potrebbe essere accusato di non essere capace in modo autonomo e con un attento esame dell’attuale spesa sanitaria di racimolare risorse economiche necessarie alla Salute Pubblica.
Un terzo motivo, strettamente riguardante il Rivenditore, deriva da una considerazione matematica dell’eventuale aumento del prezzo: maggior costo al pubblico non significa maggior incasso derivante dall’aggio sulle vendite in quanto, così come detto prima, c’è diminuzione considerevole di prodotti venduti”.
Quali saranno le prossime “mosse” lo fa presente lo stesso Presidente Uit.

“Nel continuare con tenacia a monitorare gli orientamenti governativi relativamente alle proposte presentate nella recente audizione alla VI Commissione Finanza nel corso dell’indagine conoscitiva proposta proprio dalla Unione italiana Tabaccai al presidente, Onorevole Marco Osnato, nel Febbraio scorso con l’Assemblea di Brescia, porteremo avanti, con tenacia e caparbietà, le rimostranze per i diritti di noi Tabaccai sin troppo vessati da contratti accessori, posizioni dominanti, fiscalità necessariamente da rivedere per il settore, aggi fermi da tempo memorabile, costi dei canoni e del sistema di pagamento elettronico, adeguamento delle possibilità di utile al passo con il costo della vita. Giusto per citarne alcuni.
La UIT – chiude Genovese - auspica l’applicazione di una logica sociale e politica, nel rispetto delle necessità del Paese nel settore sanitario”.