La folle moda di sballarsi con la sigaretta elettronica.
Che, in questo caso, diventa a pieno titolo un vero e proprio spinello elettronico.
Un sequestro delle Forze dell’Ordine è stato posto in essere nella Capitale a carico di un gruppetto di tre giovani che, tra le altre, era dedito alla vendita di cartucce per sigarette elettroniche “alterate” a colpi di Thc – ovvero il delta-9-tetraidrocannabinolo, uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis in un certo senso considerabile come il capostipite della famiglia dei fitocannabinoidi.
L’operazione, in particolare, è stata condotta da parte del diciannovesimo Distretto di Primavalle della Polizia di Stato e si è attivata dopo svariate segnalazioni di cittadini residenti nelle immediate adiacenze del punto “critico” e che avevano lamentato uno strano andirivieni h24.
Dopo la opportuna fase di studio, gli agenti hanno provveduto a fare irruzione in un appartamento di via Luigi Appiani sito al quartiere di Tor Sapienza e, una volta all’interno, hanno potuto rintracciare un ingente quantitativo di stupefacente leggero quale hashish – circa 14 chilogrammi – marijuana (quasi un chilogrammo) e, cosa di nostro stretto interesse, 55 cartucce per sigarette elettroniche che erano state illegittimamente caricate, come prima detto, a Thc con un tasso di principio attivo superiore al dieci percentuale.
Un uso improprio e distorto che, ovviamente, nulla c’entra con lo svapo “legale”: non servirebbe, ma è sempre utile ribadirlo.
Quanto ai tre soggetti pizzicati con le sostanze, per due di essi sono scattati – dopo il Giudizio per direttissima sviluppatosi al cospetto della decima Sezione penale di piazzale Clodio – gli arresti domiciliari.
Molto intensa, come risulterebbe, anche la movimentazione delle cartucce al Thc nell'attività di spaccio.
Thc che, si ricorda, è sostanza che fu alla base del ciclone Evali, incredibile farsa abbattutasi sul mondo della sigaretta elettronica negli Stati Uniti d’America a fine estate del 2019.
Una mega menzogna, presto rivelatasi come tale, ma dal cui danno d’immagine il settore ha faticato tanto per risalire.
