Una posizione di apertura "timida" ma concreta quella che viene da Pietro Ferrara, Specialista in Igiene e Medicina preventiva dell’Istituto auxologico italiano di Bollate.
Il professionista, intervistato da "ilsussidiario.net", ha mostrato un prudente possibilismo rispetto all'argomento dato dalle alternative a minor danno al tabacco tradizionale.
Un discorso quanto mai tornato di prepotente attualità alla luce delle intenzioni normative del Ministero della Salute.
Specificamente interrogato sulla opportunità rappresentata da tabacco riscaldato e sigarette elettroniche, Ferrara ha osservato "È una questione complessa: la letteratura scientifica ha dei grossi buchi, non sappiamo ancora quello che succede a lungo termine perché sono prodotti abbastanza recenti.
Uno dei più grossi riferimenti scientifici sulle sigarette elettroniche è Public Health England, un’agenzia governativa che realizza una serie di report, solidi dal punto di vista metodologico, indipendenti e revisionati a cadenza periodica: loro ci dicono che il rischio per il fumatore sembra essere ridotto".
Ed ancora, sempre come da dichiarazioni rilasciate alla testata curata dalla "Fondazione per la Sussidiarietà".
"Noi dobbiamo evitare soprattutto una cosa, che le persone si avvicinino a questi prodotti se non sono mai stati fumatori.
Occorre evitare che le nuove generazioni si avvicinino non solo alle sigarette ma anche a questi prodotti.
Diverso è il ragionamento se possono essere utili al fumatore, soprattutto al fumatore accanito.
Se quel fumatore noi possiamo intercettarlo con un esperto è diverso.
Abbiamo visto diversi trial clinici in cui quando c’è un faccia a faccia con il professionista l’utilizzo di questi dispositivi ha un’alta probabilità di successo.
Da un lato, quindi, dobbiamo stare attenti sulla sicurezza di questi prodotti perché non sono liberi da rischi, non ne sappiamo abbastanza, ma dall’altro parliamo di riduzione del danno".
Una visione prudente, matura e quanto mai categorica - come deve essere - rispetto al non utilizzo di tali dispositivi da parte di chi fumatore non è.
Ma, appropriatamente, il medico in questione parametra il discorso rispetto alla condizione di chi è fumatore e che potrebbe, facendo uso delle alternative, abbattere il danno.