Torna il consueto appuntamento con il Nanny State Index classifica dei migliori e peggiori stati nell'Unione europea per quanto riguarda il mangiare, bere, fumare e le sigarette elettroniche.
Come ogni anno, ad Aprile/Maggio, torna a far da padrone il Nanny State Index, una iniziativa lanciata a marzo 2016 che è arrivata al suo 4 anno di presentazione essendo stata un successo mediatico in tutta Europa. Nell'edizione 2018 l'Italia era stata vivamente bocciata ma adesso, nel 2019, si attesta in una posizione, seppur intermedia, verde.
Il Nanny State Index è una classifica redatta da Epicenter e curata da Christopher Snowdon della IEA (Institute of Economic Affairs) con partner provenienti da tutta Europa.
Il vaping - riporta il documento - è stato sotto attacco in Italia da anni. Nel 2014, l'Italia è diventata il primo paese dell'UE a tassare il liquido delle sigarette elettroniche dopo che lo Stato italiano si è letteralmente "lamentato" per la mancanza di entrate fiscali .
Inizialmente fissata una tassazione di € 0,38 per ml (€ 3,80 per bottiglia standard), l'imposta è stata successivamente aumentata a € 0,3976 e collegata al prezzo medio ponderato (WAP) delle sigarette.
Questo "era" il tasso più alto nell'UE ma fortunatamente, il governo ha accettato di cambiare a novembre 2018 dove l'imposta è stata ridimensionata, da gennaio 2019, a € 0,08 per ml per i liquidi che contengono nicotina contro € 0,04 ad ml per i liquidi che non contengono nicotina. Dei dodici paesi dell'UE che tassano i liquidi l'Italia ora ha il tasso più basso di imposta.
Le vendite transfrontaliere di liquidi per sigarette elettroniche sono state vietate, ma nel gennaio 2019 è stato abrogato il divieto di vendita su internet sul mercato interno. Sembra che l'Italia possa aver voltato le spalle allo svapo.
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