Apparato respiratorio e cambiamenti causati dal fumo: nuovo studio Coehar
Il progetto THRUST è l’ultima iniziativa portata avanti dal CoEHAR di Catania. Il progetto, ideato e coordinato dal professore Riccardo Polosa, ha l’obiettivo di valutare gli endpoint respiratori correlati al fumo attraverso strumenti innovativi e l’analisi di nuovi biomarcatori.
Considerando, infatti, che il fumo di sigaretta comporta un progressivo deterioramento strutturale e funzionale dei polmoni, il progetto si pone come obiettivo quello di utilizzare sistemi computerizzati di rilevamento imagini innovativi (tomografia) in abbinamento a sistemi di intelligenza artificiale per rilevare cambiamenti precoci dovuti al fumo di sigaretta nel tratto respiratorio.
Il primo meeting di THRUST si è tenuto a Catania nella primavera di quest’anno ed il progetto è attualmente nel pieno della fase operativa. Per armonizzare le procedure, valutare i dati raccolti e stabilire i nuovi obiettivi, i partner internazionali del progetto si sono riuniti a Monaco.
“Abbiamo finalmente qualcosa di entusiasmante di cui discutere. Ci troviamo in un territorio completamente inesplorato e ciò che stiamo facendo è pionieristico,” commenta il professore Polosa.
“L’idea alla base dello studio è trovare ed analizzare nuovi endpoint da presentare agli organi che si occupano di salute pubblica per dimostrare che c’è un reale beneficio nel passare a prodotti alternativi o nell’abbandonare la combustione.
Inoltre, abbiamo bisogno di dati per mostrare l’impatto precoce di qualsiasi fattore che possa influire sul sistema respiratorio”.
Il progetto, coordinato dal prof. Riccardo Polosa, vede la partecipazione in particolare di alcuni membri del CoEHAR: il professore Stefano Palmucci, la professoressa Lucia Spicuzza, il professore Antonio Longo ed il professore Davide Campagna.
Partner del progetto sono Metanoic Health (la CRO che ha condotto la sperimentazione); ABF (il laboratorio specializzato nell’analisi dei biomarcatori); il professpre Jonathan Belsey; diversi medici dell’ospedale ASPH NHS nel Regno Unito dove è in corso lo studio ed Eclat, lo spin off dell’ateneo che gestisce lo studio.
I Paesi coinvolti sono Italia, Regno Unito e Germania.
(da Coehar)