Un nuovo studio tutto americano conclude che l'uso della sigaretta elettronica non sembra essere associato all'effetto gateway che porta verso le sigarette tradizionali.
Un nuovo studio tutto americano pubblicato sulla rivista "Nicotine & Tobacco Research" dal titolo "The Relationship Between Electronic Cigarette Use and Conventional Cigarette Smoking Is Largely Attributable to Shared Risk Factors" ha esaminato che la sigaretta elettronica non induce i giovani al fumo o comunque l'apparente relazione è spiegata da fattori di rischio condivisi.
"L'uso della sigaretta elettronica non sembra essere associato al fumo attuale e continuato. Al contrario, l'apparente relazione tra l'uso di sigarette elettroniche e l'attuale fumo convenzionale è pienamente spiegata da fattori di rischio condivisi, non riuscendo così a sostenere le affermazioni secondo cui le sigarette elettroniche hanno un effetto sul fumo convenzionale concomitante tra i giovani. L'uso di sigarette elettroniche ha un'associazione rimanente con il fumo di sigaretta a vita dopo la regolazione del punteggio di propensione; tuttavia, sono necessarie ricerche future per determinare se si tratta di una relazione causale o se semplicemente riflette confusione non misurata."
Questo studio esamina la relazione tra l'uso di sigarette elettroniche e il fumo convenzionale utilizzando la ponderazione inversa del punteggio di propensione, un metodo statistico innovativo che produce risultati meno distorti in presenza di forti confusioni. I risultati mostrano che l'apparente relazione tra l'uso di sigarette elettroniche e l'attuale fumo di sigaretta è interamente attribuibile a fattori di rischio condivisi per l'uso di tabacco. Tuttavia, l'uso di sigarette elettroniche è associato al fumo di sigaretta a vita, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se si tratta di una relazione causale o riflette semplicemente la confusione sull'argomento non giustificata. La ponderazione del punteggio di propensione ha prodotto stime degli effetti significativamente più deboli rispetto al controllo di regressione convenzionale.
Lo studio, effettuato da due ricercatrici americane
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