Emendamento Asiatico proposto a Taiwan che proibirebbe la produzione, la vendita e la distribuzione di tutti i prodotti relativi al vaping.

Taiwan è una piccola nazione insulare, a 180 km dalla Cina. Comprende città moderne, templi tradizionali cinesi, località con sorgenti termali e uno scenografico paesaggio montuoso. La capitale Taipei, nella parte settentrionale, è nota per i vivaci mercati notturni, l'arte imperiale cinese al Museo del Palazzo Nazionale e Taipei 101, un grattacielo di 509 metri a forma di bambù, con una piattaforma panoramica. (Wiki)

Il governo di Taiwan alcune settimane fa ha proposto un emendamento - inserito nel Tobacco Rick Act -  che se implementato proibirebbe la produzione, la vendita e la distribuzione di tutti i prodotti relativi al vaping. Il tutto fatto giustificato dalla presentazione di uno studio del Ministero della Salute del paese che ha riportato un aumento del numero di utenti di sigarette elettroniche tra gli adolescenti, dal 2,1% nel 2014 al 3,7% nel 2016. 

Già molti paesi asiatici appartenenti all'ASEAN (Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico) ha applicato divieti parziali o totali ai dispositivi elettronici relativi al settore, constatando un impatto negativo sul mercato economico del paese dove la libertà individuale di accedere ai dispositivi -  come alternativa al fumo e quindi a rischio ridotto -  verrebbe meno.

Lee Chun Hao, direttore dell'Associazione Taiwan Vape (IVA), ha dichiarato:

"se si applica la modifica, verranno eliminati tutti i soggetti economici del settore dal paese". - continua - "tale divieto riguarderebbe circa 30 aziende che sarebbero costrette a chiudere e il vaping morirebbe definitivamente non potendo avere strumenti per assecondare i bisogni degli utenti"

Un altro rappresentante dell'IVA, Wang Yu-Yan, cita l'incredibile potenziale economico delle compagnie del vaping, prendendo come prova, secondo lui, i collegamenti che avrebbero enormi conglomerati internazionali come il Foxconn Technology Group (produttore di iPhone), con il mercato dello svapo. Secondo lui, un regolamento del mercato dello svapo sarebbe più intelligente perchè tale divieto porterebbe alla nascita di un vero e proprio mercato nero come già successo in Vietnam, Cambogia e Indonesia.

Mentre molte organizzazioni governative stanno spingendo la sanità pubblica per giustificare la nuova legge, molti la considerano una nuova manipolazione delle grandi compagnie di tabacco ma è anche vero che basti pensare alla Thailandia dove anche se - momentaneamente - ancora illegale (in vista di una revisione che è ancora in trattativa per la legalizzazione del settore ecig), la sigaretta elettronica vede la iQOS di PMI perfettamente legale e vendibile- anche e non con pochi problemi.