Al centro della vicenda si trova la concentrazione di nicotina all’interno dei prodotti dell’azienda americana, negli usa sono consentiti 59mg/ml mentre in Europa 20mg/ml.

Al centro della vicenda si trova la concentrazione di nicotina all’interno dei prodotti dell’azienda americana

Solo ieri vi abbiamo parlato, in un nostro articolo, dell’intenzione da parte dell’azienda californiana JUUL di espandere il suo mercato in Irlanda e di essere pronta a prendere particolari accordi per far si che la vendita dei suoi prodotti venga ufficializzata. Quest’oggi invece sotto la luce dei riflettori poniamo un nuovo scontro con protagonista Juul e la Commissione Europea.

Al centro della vicenda si trova la concentrazione di nicotina all’interno dei prodotti dell’azienda americana, questi infatti in territorio statunitense sono consentiti per un massimo di 59mg/ml, mentre in Europa il limite è posto a 20 mg/ml.

Il problema principale è che JUUL vorrebbe inserirsi sul mercato con delle sigarette elettroniche dotate di pod precaricate a gradazione nicotinica da 30 mg/ml o addirittura 50 mg/ml, cosa che ovviamente porterebbe tali prodotti (con la legislazione attuale) ad essere non conformi alle limitazioni poste dagli esponenti dell’Unione Europea.

“Continueremo a far valere la nostra posizione per aumentare il limite massimo della concentrazione di nicotina all’interno dei liquidi e nostri prodotti” - ha dichiarato “Grant Winterton”, il presidente JUUL EMEA.

Dopo aver conquistato il mercato statunitense tra il 2017 e il 2018 ora Juul cerca di inserirsi con un lancio globale in tutta l’Europa e più tardi nel corso di quest’anno anche in Asia e nel 2021 in Africa.

Al centro della vicenda si trova la concentrazione di nicotina all’interno dei prodotti dell’azienda americana

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