Il settore delle sigarette elettroniche in Europa si scontra con regolamenti, normative e limitazioni ma molti paesi valorizzano la riduzione del danno.

Il settore delle sigarette elettroniche in Europa si scontra con regolamenti

Con il susseguirsi degli eventi all’interno del settore della sigaretta elettronica il mercato,in quasi tutti i paesi d’Europa, ha dovuto fare i conti con delle limitazioni o delle tassazioni poste (o solo proposte in alcuni casi) dal proprio Governo o comunque da esponenti politici. Ecco perché è arrivato il momento di fare il punto della situazione inerente a queste tassazioni o limitazioni del settore della sigaretta elettronica in alcuni degli Stati membri.

In Italia, attualmente, il settore sta iniziando un certa ripresa.Lo dimostra l’aumento delle aperture di nuovi punti vendita sparsi su tutto il territorio italiano difatti, scongiurato l’arrivo della super tassa prevista per il settore, per la prima volta c’è una rivisitazione al ribasso della pressione fiscale per le aziende ed i consumatori.

Nello specifico, i liquidi contenenti al loro interno nicotina presentano una imposta pari a 0,08006 euro per millilitro, convertibili in poco più di 80 centesimi ogni 10 millilitri. Qualora invece il liquido non contenga al suo interno nicotina, l’imposta è di  0,040032 euro al millilitro ovvero poco più 40 centesimi di euro sul flacone da 10 ml. Per quanto concerne invece le basi pronte all’uso si registra un’imposta di circa 4 euro per ogni flacone da 100 millilitri.

Una importante svolta si è registrata anche sui siti online, infatti, questi ultimi potranno ricominciare a vendere liquidi conformi alla Tpd, purché siano detentori di un deposito fiscale e soprattutto mettano bene in evidenza il divieto di vendita ai minori di 18 anni.

In Francia la situazione sembra invece molto più rosea per il settore delle sigarette elettroniche, tanto è vero che sembra essersi instaurato un certo tipo di rapporto consenziente tra i classici rivenditori di tabacchi e i negozi specializzati per riuscire a svolgere la propria attività lavorativa in totale tranquillità.

La scorsa settimana è stato pubblicato un decreto ministeriale, sulla Gazzetta Ufficiale, con il quale si evince l’aumento da 50 a 60 centesimi di euro per i pacchetti di sigarette. Tale mossa è stata effettuata per incentivare gli attuali fumatori a smettere e passare alla sigaretta elettronica.

In Grecia la sigaretta elettronica non è vista come un oggetto propedeutico alla riduzione del fumo e le opinioni tra i vari esponenti rimango ancora molto contrastanti. Ciò nonostante il Ministero della salute ha sottoposto al Parlamento una nuova regolamentazione (rappresentata dagli  articoli 97 e 96)inerente ai liquidi per sigarette elettroniche privi di nicotina classificati come “rischiosi per la salute”.L'articolo 96 fa riferimento ad una imposizione equivalente sia per i liquidi contenenti, e non, nicotina; proponendo l’eliminazione, dal commercio, nei negozi del paese, di basi e aromi necessari per prodursi i liquidi da inalazione in maniera autonoma. L'articolo 97 invece fa riferimento al divieto di divulgazione dei benefici portati dalla sigaretta elettronica sia all’interno di campagne pubblicitarie, che nei siti online e addirittura si è accennato che anche solo affermare che la sigaretta elettronica è migliore di quella tradizionale può portare ad un procedimento penale.

Attualmente però, a causa di un iter burocratico la proposta di legge pervenuta al Parlamento greco risulta essere sospesa sino alla prossima ripresentazione. Ovviamente se ciò accadesse, come già sottolineato dal Parlamento Europeo, potrebbe avere un impatto negativo sugli scambi all'interno dell'UE.

In Svizzera le sigarette elettroniche hanno conseguito una importante vittoria grazie al Consiglio Federale che lo scorso dicembre ha inviato al Parlamento la nuova legge sul tabacco, all’interno della quale viene fatta menzione anche delle sigarette elettroniche. Queste ultime possono essere attualmente vendute purché riportino la chiara dicitura inerente alla vendita esclusiva ad un pubblico maggiore di 18 anni. 

In Lussemburgo invece, uno dei paesi europei con le restrizioni e tassazioni più severe sulle sigarette elettroniche, Il ministro delle finanze Pierre Gramegna, ha sottolineato che nella vicina Francia le vendite di sigarette sono calate di oltre il 9% a seguito di un "forte aumento" dei prezzi superiori a 1 € per pacchetto ma ha ribadito come nel paese dal 2017 al 2018 si evince una importante differenza con i paesi limitrofi, pur avendo mantenuto i costi delle sigarette stabili.

Nel Regno Unito la situazione risulta essere davvero molto interessante e probabilmente fruttifera per il settore della sigaretta elettronica. Questa infatti viene riconosciuta come un valido strumento per la lotta contro il tabagismo e gli studi sulla positività di tale strumento di cessazione sono all'ordine del giorno. Andando ad analizzare la situazione più nello specifico si può constatare come , ultimamente, nell’area metropolitana di Trafford abbia preso il via una iniziativa rivolta a tutti i cittadini che vogliano smettere di fumare. Questi infatti potranno, recandosi in una delle sei farmacie della città, ricevere dispositivi e supporto gratuito per eliminare dalla propria vita quotidiana la sigaretta tradizionale.

Se ci si sposta invece in Irlanda si può constatare come l'HSE (Health Service Executive) Irlandese lo scorso febbraio ha incluso sul sito web ufficiale anche la sigaretta elettronica come strumento per la cessazione definitiva dal fumo.

Se da una parte in moltissimi paesi dell’Unione Europa i politici e i vari esponenti si stanno muovendo per tassare o in alcuni casi incentivare (basti guardare la situazione nel Regno Unito) l’uso della sigaretta elettronica, dall’altra anche i gli utenti e le associazioni si stanno facendo sentire in maniera importante.

A febbraio infatti è partita una petizione accolta dalla Commissione Europea all’interno della quale si evince la voglia di cambiamento e soprattutto di regolamentazione del settore. Si richiede una netta divisione tra sigarette tradizionali, sigarette elettroniche e prodotti farmaceutici con una conseguente “legislazione su misura per il vaping”.

Infine si chiede la rimozione dell'articolo 20 della direttiva 2014/40 / UE(legge Tpd) per sostituirlo con una legislazione scientifica basata su prove in linea con il funzionamento del mercato interno che distingue i prodotti del settore dai prodotti del tabacco e farmaceutici.

Il settore delle sigarette elettroniche in Europa si scontra con regolamenti

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