"Ingiustificato, controproducente e pericoloso per la salute pubblica”.
Così il sito NicotineWorld francobolla l’annunciato divieto prossimo a scattare in Francia relativamente all’uso di bustine di nicotina.
Attraverso la piattaforma curata da Norbert Neuvy, fondatore del marchio di e-liquid D'Lice e del negozio online NicoSwitch, è stata lanciata la specifica petizione in risposta all’annuncio che era precedentemente venuto da Geneviève Darrieussecq, Ministro della Salute, che aveva anticipato quello che sarebbe un imminente stop – si parla di una tempistica di qualche settimana - alla commercializzazione delle bustine di nicotina ma anche di prodotti ritenuti similari.
Prodotti che, aveva ulteriormente spiegato il vertice del Dicastero della Salute, “possono essere pericolosi” e che sarebbero in particolar modo utilizzati dai più giovani “con il concreto rischio di instaurare una dipendenza dalla nicotina che potrebbe portare in un futuro più o meno prossimo ad iniziare a fumare”.
Ebbene, il possibile stop paventato dal Ministro transalpino, tornando all’istanza di NicotineWorld, finirebbe per ledere gli interessi di quanti stanno utilizzando tale strategia per smettere di fumare.
Inevitabile, ovviamente, il paragone con il modello Svezia nel cui contesto i cosiddetti sacchetti hanno rappresentato e stanno continuando a rappresentare l’arma vincente nelle strategie pubbliche di smoking cessation.
“Le bustine di nicotina, ampiamente disponibili in Svezia – viene fatto in merito presente nel corpo della petizione - contribuiscono in modo diretto al bassissimo tasso di prevalenza del fumo nella Nazione scandinava che, come noto, si accinge ad essere il primo in Europa a raggiungere lo status di Paese “senza fumo”.
Un risultato che si arriverà a cogliere con un anticipo di venti anni rispetto alla data prefissata dall’Unione europea”.
Come più spesso evidenziato, in quanto a strategie di smoking cessation dominano i paletti ideologici.
Le varie Istituzioni, a livello nazionale e sovranazionale, sembrano essere isolate nei loro preconcetti e, come nel caso della Francia, si pongono in modo miope rispetto a esempi virtuosi risultati vincenti in altri contesti nazionali.