Amazon colto con il piede in fallo.
Il colosso di Seattle guidato dal Presidente Andy Jassy, infatti, dovrà spillare una somma pari a 400.000 dollari allo Stato statunitense del Vermont per vendite di prodotti dello svapo.
Laddove, ovviamente, la somma in questione – per un soggetto avente la portata e la forza di Amazon – rappresenta poca roba ma, comunque, allo stesso tempo, spia - l'azione nel suo insieme - di una attenzione che, anche negli Usa, è davvero forte sul settore della sigaretta elettronica.

Ebbene, si diceva, il Procuratore generale del Vermont, Charity Clark, ha “incriminato” Amazon dal momento che, negli ultimi anni, venditori terzi avrebbero venduto a cittadini dello Stato prodotti del tabacco e, in particolare, sigarette elettroniche e liquidi.
Nello specifico è annotato come “tra Luglio 2019 e Settembre 2024 alcune sigarette elettroniche sono state acquistate da venditori terzi nel negozio Amazon e spedite ai consumatori del Vermont”.
Una pratica che non è consentita dal momento che la legge del Vermont lo vieta in modo esplicito e che chiama in causa il colosso delle vendite on line per quella che sarebbe stata non una responsabilità diretta ma, piuttosto, per una sorta di omesso controllo.

Amazon, intanto, dopo avere ricevuto la bacchettata dal Procuratore, si è azionata con un sistema aggiuntivo di filtro e di sistemi di controllo al fine di evitare che ulteriori soggetti commerciali possano usare la piattaforma, in modo improprio, per vendere prodotti dello svapo.
Intanto, la multa di 400.000 dollari per tacitare il capo di accusa che, essenzialmente, ruota attorno la ratio di proteggere soprattutto le fasce più deboli dei minori da quello che, tramite il web, sarebbe un accesso troppo facile ai prodotti dello svapo. 
Non si dimentichi come la Giustizia Usa sia alquanto tenace quando si discute di vaping e dintorni: impossibile non ricordare, ad esempio, il filone che ha messo letteralmente in ginocchio Juul Labs.