No tobacco day ed immancabili osservazioni critiche sulle politiche di contrasto al fumo.
La Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates a lanciarsi in un nuovo attacco frontale (e condivisibile) all’indirizzo dell’Oms.
“Nonostante le prove scientifiche schiaccianti a sostegno del rischio ridotto dello svapo rispetto ai prodotti del tabacco combustibili, l’Oms continua a ignorare i fatti e a fuorviare il pubblico”.
Così Nancy Loucas, Coordinatrice esecutiva del Caphra.
“Questi prodotti, tra cui le sigarette elettroniche, lo snus e i prodotti a base di tabacco riscaldato (HTP), offrono una valida alternativa per milioni di fumatori che cercano di ridurre i rischi per la salute.
I rapporti GSTHR hanno dimostrato che queste alternative non solo sono efficaci nel ridurre i danni, ma svolgono anche un ruolo significativo nella salute pubblica fornendo opzioni accessibili e accettabili per i fumatori di tutto il mondo”.

L’Oms, tuttavia, continua a fare muro e, per di più, si chiude al confronto.
Nel contesto della decima sessione della Conferenza delle parti (COP10), infatti, i gruppi di consumatori e i sostenitori della riduzione del danno sono stati puntualmente esclusi con l’Omc che, con tale condotta, “ha dimostrato un palese disprezzo per le voci di coloro che sono direttamente colpiti dal consumo di tabacco”.
"Uno degli aspetti più eclatanti della posizione dell'Oms – ancora Loucas - è l'uso dei bambini come pedine per diffondere la falsa narrativa secondo cui lo svapo non sia un prodotto di riduzione del danno del tabacco.
Questa campagna di disinformazione non solo mina la credibilità degli sforzi di riduzione del danno, ma mette anche a repentaglio la salute di milioni di fumatori adulti che potrebbero trarre vantaggio dal passaggio ad alternative più sicure”.

Dal Caphra, quindi, è venuta la richiesta a “tutte le parti interessate del settore dello svapo, compresi i politici, i funzionari della Sanità pubblica e i media, di riconoscere la verità sulla riduzione dei danni del tabacco.
E’ tempo di sfidare la disinformazione diffusa dall’Oms e sostenere politiche basate sull’evidenza che diano priorità alla salute e al benessere dei fumatori in tutto il mondo”.
“È giunto il momento – concludono dal Caphra - che l'OMS e la FCTC ascoltino i consumatori e integrino la riduzione del danno nelle loro politiche.
Solo allora potremo affrontare sia la crisi sanitaria pubblica derivante dal fumo che il crescente commercio illecito di tabacco.
La posizione dell’Oms non solo ignora le prove a sostegno di queste strategie, ma mina anche la lotta globale contro l’epidemia del tabacco”.