L’ondata di proibizionismo abbattutasi sull’Australia, in fatto di sigarette elettroniche, non sta facendo altro che rendere un grosso favore al mercato nero.
Lo fa presente Theo Foukkare, Amministratore delegato dell' “Associazione australiana dei minimarket”, una sorta di osservatore privilegiato, per così dire, delle evoluzioni del mercato e dei costumi di acquisto degli australiani.
Non ultimo in fatto di fumo e svapo.
Il medesimo, in particolare, è stato intervistato dalla testata inglese express.co.uk rilevando come, in realtà, le leggi approvate dal Governo australiano non abbiano prodotto i risultati sperati di frenare il fenomeno svapo.
Meglio dirsi, ad essere stato frenato è stato il mercato legale lasciandosi però strada libera al fenomeno del contrabbando.

“Il divieto australiano sembra essere valido sulla carta – ha dichiarato l’esperto - ma basta fare una passeggiata lungo una qualsiasi via dello shopping, affacciarsi ad una fermata dell'autobus o in un pub per poter prendere atto di come via sia un consistente numero di persone che fa uso di vaporizzatori usa e getta illegali di chiara provenienza dal mercato nero.
Questo fa comprendere come un divieto di usa e getta, o qualsiasi altro divieto, non farà altro che comportare solo un aumento dei costi con le persone che finiranno per acquistare vaporizzatori economici non regolamentati e fabbricati sul mercato nero”.
Niente più, niente di meno.
Il proibizionismo, in generale, del resto, ha sempre prodotto i medesimi risultati: bannare il mercato ufficiale e dare linfa a quello nero.

“Il mercato nero dei vaporizzatori in Australia vale ora circa 4-5 miliardi di dollari all'anno, più oltre 5 miliardi di dollari all'anno in tabacco illegale”.
Il caso Australia diventa quindi un monito per gli inglesi, prossimi ad attivare un divieto sulle usa e getta.    
“Sunak dovrebbe imparare dagli errori del Governo australiano – fa presente al riguardo Foukkare - Il proibizionismo non ha mai funzionato e sta spingendo gli australiani direttamente tra le braccia del mercato nero”.
Ed a proposito di Sunak, il numero uno dell’Esecutivo del Regno Unito ha ribadito nelle ultime ore, a sgomberare il campo da qualsiasi possibile difforme interpretazione "I bambini non dovrebbero svapare, non vogliamo che diventino dipendenti, ancora non comprendiamo l'impatto completo sulla salute a lungo termine".
Sul divieto non si torna indietro.