E' guerra. Sarà guerra anche nei Tribunali.
La Direttiva dell'Unione europea che dispone il divieto di aromi nel tabacco riscaldato finisce per avere i primi effetti, le prime conseguenze in ambito giudiziario.
Due aziende irlandesi, in particolare, ad agire a colpi di carte bollate contro Bruxelles.
Si tratta del più antico produttore di tabacco del paese, PJ Carroll and Co., e di Nicoventures Trading, azienda che è parte del gruppo Bat.
Secondo le due, in particolare, la Direttiva Ue sarebbe viziata da profili di illegittimità.
Come si ricorda, il documento in questione prevede, a far data dal 23 Ottobre 2023, il divieto di vendita su tutto il territorio europeo di prodotti del tabacco riscaldato aromatizzati.
I vari Stati membri, inoltre, avranno tempo fino al 23 Luglio 2023 per poter recepire con proprie leggi l'atto europeo, passaggio vincolante al fine di consentire alla norma europea di spiegare efficacia all'interno dei singoli ordinamenti nazionali.
Una batosta tremenda per l'economia del riscaldato.
Ma c'è chi dice no.
Le due aziende del Regno Unito, come detto, hanno chiesto all'Alta Corte nazionale il "nulla osta" per impugnare il provvedimento menzionato.
Non è ancora chiaro e noto quale sarà o quali saranno gli aspetti dell'atto che verranno attaccati sulla base di un loro presunto difetto giuridico.
PJ Carroll and Co., veterano nel commercio del tabacco, ha messo il naso da qualche tempo anche nel settore delle alternative arrivando già a detenere il 10 percentuale del mercato nazionale.
In più, tra i prossimi punti in agenda, vi sarebbe stato il discorso del riscaldato.
Tuttavia - affermano dalla società - il "ban" di questi prodotti sancito da parte dell'Unione europea ha gravemente compromesso la "capacità di sfruttare appieno l'opportunità unica di essere la prima azienda a lanciare prodotti a base di tabacco riscaldato sul mercato irlandese per fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare".
Parola ai Tribunali. E non sarà un caso isolato.