Secondo un articolo su Bloomberg c'è incertezza, all'interno dell'industria del tabacco, che vede le grandi compagnie di produzione in disaccordo sul futuro delle alternative a rischio ridotto.

Philip Morris International (PMI), ha notoriamente previsto che un giorno la domanda relativa ai dispositivi alternativi sarà abbastanza forte da consentire alla società di smettere di produrre regolarmente sigarette (entro il 2030) mentre BAT - secondo Ben Stevens, direttore finanziario, "Glo non è un sostituto completo del fumo, non spazzerà via le sigarette dal mondo come dicono alcuni dei nostri concorrenti".

E nel mentre PMI lancia il suo nuovo dispositivo iQOS3 e punta tutto sui riscaldatori di tabacco, lasciando i vaporizzatori al mercato Inglese con iQOS MESH, ponendo in essere obiettivi di aumento delle vendite e di conseguenza maggiori ricavi, BAT (British American Tobacco) riduce del 10% tali obiettivi, sui riscaldatori, di ricavo prevedendo solo 900 milioni di sterline (1,2 miliardi di dollari).

Pertanto mentre l'attenzione principale di Philip Morris è sui riscaldatori lasciando ai vaporizzatori un posto (seppur importante) di minor entità, BAT persegue una strategia più diversificata espandendosi maggiormente nel tabacco per via orale ed al vaping vero e proprio pensando che tale mercato sarà il futuro del mercato negli Stati Uniti e in Europa.

Il nuovo obiettivo della BAT per la prossima generazione, sebbene inferiore rispetto a prima, rappresenta ancora un raddoppio delle entrate, sia nel vaping che nei riscaldatori, ha detto Stevens. BAT ha previsto che il segmento introdurrà oltre 5 miliardi di sterline di entrate entro il 2022.

Le grandi compagnie di produzione di sigarette, pertanto, anche vedendo nel mercato dei dispositivi alternativi, sia essi vaporizzatori che riscaldatori, una evidente "entrata", rimangono caute e comprendono che non possono più contare su una crescita esponenziale e costante come avuta negli anni passati. 

Secondo un articolo su Bloomberg c'è incertezza

Secondo un articolo su Bloomberg c'è incertezza

Segui il disclaimer dei contenuti presenti sul blog.